21/11/2024
Breaking News
Home | Sanità | I bambini prima di tutto con AnLaDi in Eritrea

I bambini prima di tutto con AnLaDi in Eritrea

Marilena Dolce
23/09/24
0
442

 

Asmara, ospedale Orotta il nuovo parco giochi per i piccoli degenti

I bambini prima di tutto è il sottotitolo dell’associazione toscana, Annulliamo la Distanza, (AnLaDi), che lavora in molti Paesi e tra questi l’Eritrea.

Ne parliamo con Simona Staffico, architetta milanese e vice presidente dell’associazione presieduta da Michele Muffi.

“L’obiettivo della missione di quest’anno e delle prossime è curare la ristrutturazione dei reparti dell’ospedale Orotta di Asmara dove lavorano i nostri medici volontari”, spiega l’architetto Staffico. “Per il momento è stato avviato il cantiere per l’istallazione di 75 pannelli per il fotovoltaico presso l’Orotta, per alimentare l’area della degenza pediatrica. Poiché noi siamo in loco saltuariamente, a seguire questi lavori c’è una squadra, idraulico, elettricista, imbianchini, composta da tecnici locali. È un modo per accelerare i tempi d’esecuzione di quanto necessario. Sempre all’Orotta un’altra novità di quest’anno è l’inaugurazione dell’area verde che è stata risistemata per diventare un parco giochi per i piccoli degenti, i loro parenti, familiari e accompagnatori. È recintata e illuminata per la sera, manca invece ancora il verde. L’unico problema è garantirne la sicurezza perché attira molti ragazzini anche da fuori che, per entrare, scavalcano la recinzione, comunque sono stati messi alcuni cartelli, che ne spiegano uso e proibizioni”.

Un secondo importante obiettivo per Anladi è la ristrutturazione delle sale operatorie dell’ospedale Halibet. Agli esordi l’associazione aveva donato alla sala operatoria eritrea macchinari ancora efficienti che l’Ospedale Rizzoli di Bologna aveva sostituito. Ora però sono passati dieci anni quindi bisogna intervenire per rinnovare sale operatorie e macchinari.

“I medici volontari di Anladi”, spiega Staffico, fanno quattro viaggi all’anno in Eritrea. Due viaggi li fanno gli ortopedici che lavorano all’Ospedale Halibet, altri due i pediatri che fanno formazione presso l’Orotta. Il nostro intento è dare a medici e infermieri eritrei gli strumenti perché possano essere autonomi”.

L’associazione Annulliamo la Distanza, come si legge sul loro sito, nasce a Firenze il 7 ottobre 1997, quando un gruppo di amici decide di sostenere i bambini che ne hanno bisogno attraverso l’adozione a distanza. Obiettivo dell’associazione è “accorciare il divario esistente fra paesi poveri e ricchi”, soprattutto tra i bambini, per migliorarne il futuro.

Oggi Anladi in Eritrea cura 30 mila bambini all’anno. Sostenuta nei suoi progetti da Unione Europea e Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo, Anladi è una delle poche ong riconosciute dal governo di Asmara, proprio per la condivisione degli obiettivi e la trasparenza della struttura che mantiene bassi i costi, incanalando i soldi nei progetti stabiliti insieme ai medici eritrei.  Oltre ai molti volontari per l’associazione lavorano due dipendenti, una segretaria e una persona responsabile della partecipazione ai bandi.

Un’altra novità della missione 2024 è stata la clown terapia. Una collaborazione molto positiva che tranquillizza i bambini, sdrammatizzando l’ansia da camice bianco. Così a fine settembre i clown terapisti partiranno nuovamente per Asmara, per una missione, “camminiamo insieme, due”, che li farà lavorare presso il reparto di ortopedia pediatrica dell’Ospedale Orotta.

Anche Simone Lazzeri, già stato in Eritrea, si prepara a tornarci per una nuova missione all’Ospedale Halibet che si trova alla periferia di Asmara. Specializzato in ortopedia e traumatologia pediatrica il dott. Lazzeri individua nei bimbi più piccoli la displasia dell’anca, così da poterla curare precocemente senza che diventi invalidante con la crescita.

“Sono stato contattato due anni fa da Anladi in quanto responsabile della traumatologia dell’ospedale Meyer di Firenze dove lavoravo prima di trasferirmi a Trento”, spiega.

“Il progetto iniziale”, continua il dottore, “era sulla displasia delle anche con cui i bambini nascono e che può portare alla disabilità. Fino ad allora aveva operato per Anladi in Eritrea, il dott. Luigi Prosperi, chirurgo ortopedico di Bologna. Poi abbiamo iniziato il progetto per la divulgazione delle competenze per il trattamento e per lo screening della displasia congenita delle anche, articolando il progetto nell’ambito di tre missioni, la prossima sarà l’ultima. Contestualmente a tale attività di formazione abbiamo continuato l’attività chirurgica che già esisteva, curata appunto dal dott. Prosperi, cui mi sono affiancato per svilupparla. Per il progetto di displasia delle anche mi occupo anche di redigere la parte tecnica, con l’eventuale indicazione di materiali clinici e chirurgici necessari. La nostra attività durante la missione si svolge per due, tre giorni in ambulatorio, per identificare i bambini che possiamo trattare preso l’ospedale, mentre nei giorni successivi, tendenzialmente al mattino, operiamo”.

Durante le missioni medici italiani ed eritrei lavorano fianco a fianco. “La mia esperienza all’ospedale Halibet”, dice Simone Lazzeri “mi ha fatto incontrare medici che si occupano dei traumi dell’adulto e che vorrebbero migliorare le proprie competenze per la parte pediatrica. E anche questo è un aiuto che possiamo fornire”.

Cosa pensano del Paese i medici in missione?

“Il mio” spiega il dott. Lazzeri “è un angolo d’osservazione privilegiato ma anche parziale. Vediamo famiglie che arrivano all’ospedale di Asmara da ogni parte del paese, con la speranza di poter curare i propri figli. Tuttavia noi per ottimizzare i tempi delle missioni restiamo nella capitale dove praticamente lavoriamo tutto il giorno all’ospedale Halibet, salvo qualche trasferimento all’Orotta. Quindi, nel mio caso, l’idea sul Paese è per forza di cose limitata a quest’ambito”.

La medicina telematica, i consulti a distanza, potrebbero essere una soluzione per rendere più continua la collaborazione tra medici italiani ed eritrei, oltre alle missioni?

“Si. Vorremmo sviluppare una relazione di questo genere per i consulti”, dice il dott. Lazzeri “Una delle idee in proposito era attivare una rete che, con cadenza mensile, facesse formazione e affrontasse i casi clinici proposti”. Un progetto di cui abbiamo discusso con i colleghi eritrei, che erano d’accordo.  Per il momento però non se ne è fatto niente. Penso che la telematica sarebbe una svolta. Un vantaggio per gli eritrei ma anche per noi che potremmo avere un rapporto più stretto e continuativo con le diverse problematiche”.

Lo scorso giugno, durante il viaggio della delegazione italiana arrivata in Eritrea con il senatore Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, si è parlato anche di telemedicina. Infatti faceva parte del gruppo di lavoro Gabriele Rumi, responsabile della telemedicina del Policlinico Gemelli di Roma, che ha incontrato la ministra della Sanità, Amina Hussein. Chissà, forse il piano Mattei, che sta proseguendo il suo corso, aprirà una strada anche in questa direzione.

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da più di dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati